Cristina Oprandi Il futuro della nostra città nelle parole di chi la vive

Ci siamo incontrati con Cristina in Piazza Italia e abbiamo passeggiato per il centro storico sino ai parchi del Montecchio e di Villa Paglia. “Perché hai messo la faccia” le abbiamo chiesto. Quindi con poche e semplici domande la conosciamo meglio, e cerchiamo di scoprire come vorrebbe l’Alzano di domani. ** Ciao Cristina, raccontaci chi sei.**

Ho cinquantadue anni e ho due figli di diciannove e diciassette anni. Faccio la segretaria in uno studio medico.

Perché ci hai messo la faccia?

Mi è piaciuta molto l'idea di mostrare in modo evidente la mia partecipazione all'Associazione “Alzano viva”. E' inutile essere arrabbiati perché la realtà che ci circonda non ci piace, ognuno di noi, al di là degli schieramenti politici, può fare qualcosa per cambiare. Credo che farsi fotografare e decidere di “metterci la faccia” possa servire.

Cosa rappresenta per te Alzano?

E' il mio paese di adozione, mi piace ma si può sempre migliorare. Nell'ultimo periodo ho visto dei cambiamenti. Ho immaginato un futuro migliore. Spero che continui il percorso iniziato nei mesi scorsi.

Cosa faresti per una Alzano viva?

Vorrei poter vivere in una città a misura d'uomo, un posto in cui le mamme riescano a passeggiare per strada senza dover schivare cacche di cane ed essere costrette a dare la precedenza alle automobili negli attraversamenti pedonali. Mi piacerebbe che i bambini possano andare a scuola per conto loro, come si faceva una volta. Insomma, vorrei che Alzano fosse un luogo in cui tutti si sentano a loro agio.