Mattia Morlotti Il futuro della nostra città nelle parole di chi la vive

Abbiamo incontrato Mattia al Parco Montecchio, abbiamo passeggiato e chiacchierato all'ombra dei suoi meravigliosi viali. Eravamo curiosi di sapere perché ci ha “messo la faccia”. Poche e semplici domande per conoscerlo meglio, e per sapere come vorrebbe l’Alzano di domani.

**Ciao Mattia, raccontaci chi sei. **

Sono nato e vissuto a Nese di Alzano Lombardo e a Nese ho frequentato le scuole. Il calcio mi ha sempre appassionato. Ho giocato nella squadra dell'Oratorio di Nese, poi in quella dell'AlbinoLeffe e infine in quella dell'AlzanoCene. Mi sono diplomato presso il liceo scientifico “Edoardo Amaldi” di Alzano e poi mi sono iscritto all'Accademia di Belle Arti di Brera. Qui sto frequentando la Scuola di Restauro.

Perché ci hai messo la faccia?

Perché ho fiducia nelle persone che me lo hanno proposto, in particolare in Simonetta Fiaccadori. Considero Simonetta una persona affidabile e molto capace. Ho seguito i suoi progetti e ho partecipato a molte delle iniziative da lei organizzate quando era assessore alla Cultura. Penso che abbia fatto più lei in due anni che tutti gli altri assessori alla Cultura in vent'anni. Per questi motivi ho deciso di esserci, di partecipare e di dare il mio contributo.

Cosa rappresenta Alzano per te?

Alzano è un luogo importante perché ci sono nato e vissuto, qui sono cresciuto e mi sono formato, ho frequentato la scuola elementare, la media e poi il liceo. Un luogo che mi è caro è l'oratorio di Nese perché ci ho passato molto tempo, anche durante l'estate, facendo l'animatore del Cre. Sono affezionato anche ai parchi di Alzano e al mio liceo.

Cosa faresti per una Alzano più viva?

Alzano mi ha dato molto, ora voglio dare io qualcosa ad Alzano, per ricambiare ciò che ho ricevuto. Vorrei stimolare la partecipazioni dei giovani e dei giovanissimi alle diverse iniziative della Città, perché avverto la mancanza di una cultura del “mettersi in gioco” e mi piacerebbe contribuire a crearla. Vorrei pensare e realizzare progetti con i giovani e per i giovani. Io per primo, fino ad oggi, non ho fatto molto, a parte collaborare con l'Oratorio e con la Biblioteca. Credo che sia arrivato il momento di agire, di mettersi in gioco.