Guido Perricone Il futuro della nostra città nelle parole di chi la vive

Incontriamo Guido sotto casa e ci incamminiamo verso le vicine sponde del Serio, il parco fluviale è una delle risorse importanti per la nostra città, che merita costanti e continue attenzioni per migliorarne la fruibilità. Mentre passeggiamo gli abbiamo chiesto perché ci ha “messo la faccia” e gli abbiamo rivolto poche e semplici domande per conoscerlo meglio, e per sapere come vorrebbe l’Alzano di domani.

Ciao Guido, raccontaci chi sei.

Sono nato a Bergamo, sono laureato in ingegneria e lavoro alla “Freni Brembo”. Ho una vera e propria passione per il motociclismo: Forza Valentino Rossi! Vivo ad Alzano da quando mi sono sposato. Ho due figli. La mia vita ha un prima e un dopo. Prima di sposarmi, andavo sempre in montagna e per dodici anni ho giocato a pallanuoto. Ho vissuto per sei mesi in Germania, a Monaco di Baviera e un anno in Svezia, a Stoccolma. Dopo essermi sposato, mi sono dedicato molto alla mia famiglia. Credo infatti che la famiglia sia la cosa più importante, è la mia vita, è il miglior investimento che si possa fare.

Perché ci hai messo la faccia?

Per i miei figli, non voglio che un giorno dicano “Papà ti sei sempre lamentato e non hai fatto niente” .

Cosa rappresenta Alzano per te?

Il luogo dove è nata ed è cresciuta la mia famiglia. Avevo scelto di vivere ad Alzano già prima di fare famiglia. Questo perché l'ambiente naturale è molto bello: amo il fiume, le colline e le montagne intorno al paese e il Parco Montecchio. Mi piace il fatto che si può uscire di casa e fare una passeggiata nei boschi o lungo il fiume.

Cosa faresti per una Alzano più viva?

Mi piacerebbe curare di più la mobilità pedonale e l'arredo urbano per fare in modo che le persone possano muoversi in sicurezza e siano invogliate a uscire, a spostarsi a piedi, a vivere di più il paese. Ho apprezzato la chiusura di Piazza Italia perché ora i bimbi possono giocare in sicurezza, senza le macchine parcheggiate.