Laura Ruggeri Il futuro della nostra città nelle parole di chi la vive

Abbiamo incontrato Laura e passeggiato con lei per le vie del centro e lungo la roggia Serio. Le abbiamo chiesto perché ha “messo la faccia” sui nostri manifesti. Poche e semplici domande per conoscerla meglio, e per sapere come vorrebbe l’Alzano di domani.

Ciao Laura, raccontaci di te

Faccio l'insegnante presso la scuola primaria a Nese. Vivo ad Alzano da sempre.

Perché ci hai messo la faccia?

Perché credo che la precedente amministrazione avesse incominciato un buon lavoro e mi auguro possa continuare.

Stando per lo più alla finestra a guardare ho osservato due posizioni presenti non solo nel paese di Alzano, ma anche nella società civile e religiosa di molte altre città e paesi.

Esse non sono legate a posizioni di destra o di sinistra, entrambe hanno buone intenzioni e ritengono che sia necessario un cambiamento. Tuttavia i sostenitori di una o dell’altra hanno generalmente scarse abilità comunicative. Mi rendo conto che l’affermazione può sembrare offensiva ma penso sia uno dei motivi della rottura tra Consiglierei e Giunta.

La prima posizione crede che sia necessario soddisfare tutte le istanze dei cittadini, dalle più impegnative alle più semplici, per farlo bisogna agire tempestivamente senza troppi ragionamenti e studi, altrimenti altri ti portano via i finanziamenti, ti precedono nelle proposte e monta il malcontento. Bisogna essere sempre sul pezzo, pragmatici e tecnici, fare quello che i cittadini vogliono nel modo più efficiente possibile: infilare il numero più alto possibile di lavori fatti, chiedendo aiuto ai privati a cui dare la giusta contropartita (giustamente nessuno lavora per niente). Insomma: poche storie, molti fatti.

La seconda posizione crede che sia necessario governare le istanze dei cittadini, andando oltre le necessità del paese, con uno sguardo sul mondo. Un uomo solo al comando non basta, serve un gruppo che ci lavori. Serve più tempo per un confronto con i “professionisti” della materia e per rendere consapevoli i cittadini di quello che si sta facendo. A quel punto gli amministratori devono raccogliere le diverse istanze e, dopo il necessario periodo di analisi costruire una proposta realizzabile e lungimirante. Potranno perciò intervenire con cognizione di causa, anche presso i privati governandone le istanze e le contropartite, forti delle loro consapevolezze. Insomma: prima pensare e poi fare.

Io sono più vicina alla seconda posizione ma sono consapevole che non è detto che scelte politiche frutto di intuizioni o di necessità, siano sempre sbagliate e che scelte politiche individuate dopo studi si rivelino sempre le migliori. Penso però che la ricerca, lo studio siano gli strumenti che abbiamo nella nostra società per dare ragione e condividere anche le intuizioni più geniali. E’ possibile incrociare, partendo da questo nuovo progetto le due posizioni? Lo spero, anche se ancora non so come. Credo però che solo coloro che appartengono alla seconda posizione abbiano la voglia e il coraggio di cimentarsi nell’impresa.

Cosa rappresenta Alzano per te?

Alzano è il luogo in cui vivo ed in cui ho intenzione di continuare a vivere. Vorrei che Alzano contemplasse un orizzonte più ampio, un punto di vista per capire cosa sta succedendo nel mondo. Un posto a me caro di Alzano è la mia parrocchia ( S. Martino in Alzano Maggiore), a cui devo molto, è il luogo in cui è iniziata la mia socialità. Anche la Biblioteca è stata molto significativa, quando la sede era in Municipio.

Cosa faresti per una Alzano Viva?

Vorrei continuare ad impegnarmi per costruire una mentalità di confronto e di scambio con quello che sta succedendo in cittadine analoghe alla nostra, in Italia e all'estero. Penso più concretamente a qualcosa che sostenga le giovani coppie con figli molto piccoli, le mamme e i papà a cui è nato un bambino. Penso che siano troppo soli e che ricevano aiuto quasi esclusivamente dai familiari. Se le famiglie di origine non ci sono, o non possono aiutare, le giovani coppie restano sole ad affrontare molte questioni difficili della vita di coppia e dell'educazione dei figli. Vorrei che si creassero occasioni di incontro e di socializzazione e opportunità di mutuo aiuto per i giovani padri e le giovani madri.