Angelo Marenzi Il futuro della nostra città nelle parole di chi la vive

Abbiamo incontrato Angelo al Parco Montecchio, il cuore verde della nostra città, uno degli spazi dove si sente pulsare la vita sociale e culturale di Alzano. Gli abbiamo chiesto perché ha “messo la faccia” sui nostri manifesti. Poche e semplici domande per conoscerlo meglio, e per sapere come vorrebbe l’Alzano di domani.

Ciao Angelo, raccontaci chi sei.

Ho iniziato a lavorare presto, a quindici anni ero impiegato in un negozio di elettrodomestici. Ho preso il diploma da “Radiotecnico” e poi ho fatto il servizio militare nel corpo degli Alpini. Ero a Napoli, presso la Scuola di Trasmissioni. Al ritorno, ho ripreso a lavorare nel negozio di elettrodomestici e, dopo qualche anno mi sono preparato per superare il concorso pubblico per vigili urbani indetto dal Comune di Alzano. Ho saputo di averlo superato il 24 dicembre del 1981. Qualche settimana più tardi, il 31 gennaio del 1982 mi sono sposato. Dal 1981 al 2008 ho lavorato nel mio comune . Prima come vigile urbano e poi come impiegato nell'ufficio dei servizi Demografici. Ho fatto carriera e sono diventato responsabile di vari servizi. Nel 2005, ho deciso di ritornare nell'ufficio della Polizia Locale, sempre di Alzano. Nel mio tempo libero, ho svolto diversi lavori di volontariato per aiutare i ragazzi disabili e le loro famiglie. Sono uno dei fondatori della Cooperativa San Martino e ho contribuito al “Progetto di autonomia”, con piccoli lavori di falegnameria e di muratura, accompagnando gli apprendimenti dei ragazzi. Nel 2008 ho lasciato il comune di Alzano e mi sono trasferito, diventando Comandante della Polizia Locale presso l'Unione Comuni della Presolana. Ora lavoro nel comune di Albino e sono vice comandante della Polizia Locale.

Perché ci hai messo la faccia?

Perché ritengo che il lavoro svolto da alcuni esponenti della Giunta Nowak - che ho ritrovato come soci fondatori di Alzano Viva - sia stato innovativo. Purtroppo non c'è stato molto tempo, ma ho apprezzato il ruolo centrale della Cultura nell'azione politica. Ho visto dei risultati anche nel settore dei Lavori Pubblici e non sono d'accordo con quelli che dicono che la ex-Giunta non ha fatto nulla. Infine, per quanto riguarda i Servizi Sociali, penso sia stato svolto un lavoro eccellente.

Cosa rappresenta Alzano per te?

Ho abitato e lavorato per ventisette anni ad Alzano e la considero un pezzo della mia vita. Conosco molte persone e ho parecchi amici che vedo regolarmente. Abito a Olera che considero una piccola perla della bergamasca, paragonabile a Cornello dei Tasso. C'è un polittico di Cima da Conegliano all'interno della chiesa, celebrato anche da diversi critici d'arte.

Cosa faresti per una Alzano viva?

Mi piacerebbe impegnarmi per informare di più i cittadini sulle questioni legate alla sicurezza. C'è una cultura prevalente che insiste sulla paura e sull'insicurezza, ma spesso è una questione legata alla percezione più che ai reali pericoli. Vorrei anche insistere su una maggiore conservazione del territorio che è stato già troppo sfruttato. Vorrei contribuire a migliorare la vivibilità delle zone vicino al fiume Serio. Penso che, per lavorare bene, sia necessario coinvolgere i cittadini singoli, i gruppi e le associazioni che lavorano in città in momenti di dibattito e di confronto pubblici sui temi di interesse collettivo.