Renato Bonalda Il futuro della nostra città nelle parole di chi la vive

Abbiamo incontrato Cristina nello Spazio FaSE, durante uno degli appuntamenti del Factory Market. Negli spazi della Pigna storica, riaperti per sperimentarne nuovi usi, le abbiamo chiesto perché ha “messo la faccia” sui nostri manifesti. Poche e semplici domande per conoscerla meglio, e per sapere come vorrebbe l’Alzano di domani.

Ciao Cristina, raccontaci chi sei.

Sono dentista. Mi conoscono come la mamma di Sofia. Mi piace andare in montagna e ballare, mi dedico da anni alla nobile arte del tango argentino. Sono schiva ma cordiale.

Perché ci hai messo la faccia?

Perché credo nelle persone che mi hanno chiesto di mettercela.

Cosa rappresenta Alzano per te?

Ci sono dei luoghi di Alzano a cui sono affezionata: gli spiazzi di Monte Nese mi ricordano la mia giovinezza, là ho preparato la maturità scientifica. Ad Alzano mi sono innamorata e sposata, ho deciso di farci crescere mia figlia. Fino ad un paio di anni fa però, Alzano era semplicemente il posto in cui ero nata e in cui abitavo. L'ultima esperienza amministrativa è stata per me una fonte di ispirazione inaspettata, ho riscoperto la mia città e ho iniziato a guardarla in modo nuovo

Cosa faresti per una Alzano viva?

Sviscererei in tutte le sue forme e modalità la parola “cultura” come un albero il cui tronco è la parola “cultura” e i rami ne sono l’espressione.